II, Theaterstücke 9, (Der grüne Kakadu. Drei Einakter, 3), Der grüne Kakadu. Groteske in einem Akt, Seite 300

9.3.
Der
ene Kakadu
nn. S K. nnen enenenenenenenen
box 15/4
Ii vagahondo, che rimanava impietrato
di Fronte alla minaccia, plange di fronte
al perdono. Plange e rinunzia al magro
boltino,e lorna per le vie dei campi
verso la confusa méla.
Gadrà certo. Ha lasciato in mezzo ad
un Procchio di gente irsuta, avida, su¬
persliziosa, anche erudele, il dono ine¬
stimabile di una Iuminosa rivelazione:
un po’ di bene.
Moissi, in questa parte svanila e tre¬
pida, breve e dolorosa, caricaturale fin
sul limili del buffonesco, ma ben difesa
dalla profonda intenzione lirica ed am¬
monitriee del temna, trovö meraviglie di
passaggi furlivi e repentini, e fosfore¬
scenze ironiche ed umane insieme; e0
una quieta desolazione asschle, ed uns
ilare presunzione bambinesca, ed und
sinlesi arlistica della tragedia umana,
che é diffleile deserivere, che é impossi¬
bile dimenlicare.
Per qucslo gioco apparentemente sem¬
plice, ma lutto soffuso e sotlinteso, la,
commozione sall per gradi: e giunse, con
il rapido epilogo, all’apoteosi di molti e
molti applausi vigorosi e convinti.
It pappogallo verde, ripelo, & un atto
Tronflo e gonflo. La Tragediä nella trage¬
dia, la finzione confusa con la reallà, al
lempi della rivoluzione francese, nellat
beltola di Prospère, dove i nobili infrolli¬
Ii vanno ad assislere alle zuffe della ma¬
levila, bene organizzale dal bettoliere¬
capocomico, fra i tavoli bisunti, comos
sulla scena.
E queslo il dramma della intuizione
arlistica, nel dramma di Henri, che credei
eli recilare per i propri spettalori ipno¬
lizzali, il monologo nel quale si descrive
Tassassinio della sua bella moglie, colla
in peccalo di Magranle-adulterio, mentre
realmente l'adulterio si consumava?
Certo la folla invade la scena: eil tu¬
multo della presa della Bastiglia assorda
ie Jontnanze intorno, con cupi rimbombi,
con cauli e fragori.
E dovelle faticar molto Guido Salvini
a comporre quadri e gruppi, pittoresca¬
zmenle deliziosi, a orchestrar baraonde, a
disegnar tipi infinili donando abclascuno
un inconfondibile risallo.
Ma la commedia é lunga. II presagio
del Terrore é gia oltre le quinle: ed in
iscena non entrano che brividi inevitabil¬
mente smorzali. Il dramma di un popolo
incombe, e sbiadisce i piccoli drammi
particolari — finli o reali che siano —
che si raccolgono fra le grosse murd am¬
muffite della taverna sollerranea.
Non basla a ricollocarli in piena effl¬
cienza circoscritta e, percid sollanto tea¬
Tralmente drammalica, l’equivoco del ve¬
ro nel falso e del falso pel vero.
Basta comunque a suscitar l’impeto del
consenei la bella prova, cosl diversa dalle
altre, che Alessandro Moissi ci ha dato
delle suc possibililà tragiche.
Allro lipo questo Henri allore, grande
allere, che sa portare la commossa e feb¬
brile magniloquenza della finzione fln sul
precisi limili della reallà: e sulla reallä#
si abballe con lo slesso impeto pugnalan¬
do Tinlulto rivale.
Vanda Capodaglio e Maria Fabbri che
recilarono molle bene nella commedia dig
Tolstoi, benissimo recilarono in quesla di#
Schnilzler, con Pio Campa, con il Tam¬
berlani, con Calisto Beltramo c con tullig
gli altri.
Applausi Junque molli anche per 1
nappagailo: e slasera la prima replicat
dell’interessonte spellacolo.
g. P.
Diretlore responsabile
Tipografla del & Popolo d’ltalis .