II, Theaterstücke 5, Liebelei. Schauspiel in drei Akten, Seite 1656

5.
Liebele

box 13/2
41

##n
TE IUPEILODRAMMATICI
Etislina
DRAMMA IN TRE ATTI
di Arturo Schnitzler
Comincia l’età dei chiarescuri e delle
intuizioni. Nasce anche con Schnitzler
quella voluta nebulesa dallaquale uscira
stanca la pallida meteora dell’inlimismo.
E per la sua tecnica esitante ancöra
ma gia capace di ereare un cerlo clima
di presagio e il color della tempesta in
scena, questo dramma & interessante.
II romanticismo non é proprlo sepolto
come si credeva. Vienna covava nel ritmo
dei vallzer l’idea delle suc operette che
rifanno la flaba dell’allegro tenente e del¬
la povera violinista, del contino in bol¬
leita e della vedova milionaria, del prin¬
eipe folle e di Cenerentola da bal ta¬
barin.
Qualche cosa di tutlo eid 6 anche in
Cristina, dove asststiamo alla baldoria di
due ricchi studenti e di duc povere fan¬
ciulle.
Siamo sull'orlo di una indeflnibile ca¬
tastrofe: e parole vaghe Tannunziano.
Piccoli misteri sovrappost. abilmente l’u¬
no all'altro crcano l’ombradlel greve pre¬
sagio anche semra il fulgöre della mensa
imbandil## spensierato festino.
Fritz é innamorato di una signora spo¬!
sala: e il euo amico Teodoro é molto in¬
quieto per Jui. Si parla di partire: si
parla anche di due belle flgliole che de¬
vono presto giungere nella casa di Fritz !
eche serviranno per dimenticare.
Ma l'’ineubo permane. Alle parole ar¬
denti d’amore della piccola Cristina, Fritz
non risponde. II faseino pauroso e vo¬
luttucso dell’altra & nell’ária. Cristina rap¬
presenta un dolce riposo, forse un po'
di fede, certo un po’ di luce nel crepu¬
scolo torbido che opprime lo spirito dis!
quel ragazzo inquieto.
Un primo atto, un po' lungo ma pieno
di sapienti e spesso necessari indugi, pur
rappresentando un convito notturno di
quattro giovani, é scnza letizia. Anzi la
lelizia, se tenta di afflorare, stride come
una lima sul vetro.
Ho detto che comincia la tecnica dei
presagie delle intulzioni, forse per con¬
trapporre un nuovo teatro al teatro dei
contrasti troppo sonanti e troppo vivacl.
II festino é interrotto da una scampanel¬
lata: luguhre, bieco, con un pacco di let¬
tere in tasca, si presenta e chiede di par¬
lare a quattro occhi con Fritz il marito
della sud amante.
Un duello: un tragico duello di allora.
Sappiamo che Fritz cadrà colpito al
cuore sübito: ma l’autore ci conduce at¬
traverso i palpiti, le incertezze, le malin¬
conie, i presagi della sua Cristina.
E ci fa conescere la romantica vita di
costei, nella softta povera, accanlo al
vecchlo padre violinista d’un teatrodi
operette, artista fallito che compone un
altare sotto il calco di Beethoven.
Cristina e'c data a Fritz-sull'orlo-del
baratro, con giola cosciente, con amore
sconfinato Sente il bulo del fondo, ma
si ostina a guardar le stelle: trema e
s’aggrappa.
Nei cupi silenzi di Fritz qualche cosa le
sfugge, II duello é imminente e si parla
di partenza. Una parola é detia g.addio
dell'ora del distacco. L’amico Teodoro &
gelido, impacciato, nervoso. Non occorre
parlar chiaro alla piccola, attraverso un
baleno ella vede la fine. Non sa quale, non
sa come. ma s’abbatte con un grido at¬
traverso la soglia della soflltta.
Fritz é morto: & caduto colpito al cuo¬
ree gli amici già lo hanno sepolto. Tulli
sanno, Anche il vecchio padre sa; e Cri¬
elina vive ignorando, ansiosa, perplessa.
Col dolore della rivelazione prorompe
la gelosia furibonda: Frilz é morto per
un'altra. Ma non potrà quesla gelosia po¬
stuma sanare la passione Cristina 6’é
volata donandosi: non é donna che pos¬
sa scpravvivere. II dramma si chiude con
il preannunzio della fine anche di questa!
giovinezza esallata dall'amore.
Ripeto: l’opera é interessante piü per
la ena techica che per la eua sostanza.
1E piu che i caratteri in una indetermina¬
tezza volute e continua di tinte, conlano
i sentimentl.
Cristina sollanto balza fuori viva so¬
stenuta dall'impeto. Ed é personaggio non
eccessivamente complesso, ma dillicile da
rendere nella fremente follia del suo volo
sentimentale.
Kiki Palmer dunque, ha affrontato la
diflleile battaglia impegnando nervi, vo¬
lontà, talenlo e cuore. Nei due urli del
secendo e del terzo atto la sforzatura mi